
La canzone italiana, famosa in tutto il mondo, nasce nell’Ottocento dalla confluenza di tre tradizioni radicate in altrettanti luoghi della produzione e del consumo: la piazza (i canti popolari), il teatro (sede deputata alla musica e appannaggio delle classi agiate) e il salotto (l’ambiente domestico che promosse il dilettantismo). Con la possibilità di mettere su disco le melodie, grandi nomi come Enrico Caruso, Adelina Patti, Francesco Tamagno, e ancora Francesco Tosti, Luigi Gordigiani danno la possibilità a tutto il popolo di poter ascoltare e riascoltare le arie melodrammatiche e romanze più famose di Verdi, Puccini, Donizetti, Bellini , Leoncavallo facendo diventare questi generi “per tutti”. Con la canzone napoletana, letteraria e musicale, leggera e poetica, l’Italia canora oltrepassa i confini nazionali diventando l’esempio di vera cultura creativa artigianale. Altri generi come sonetti, cantilene, stornelli e nenie in vari dialetti forgiano e nutrono autori, musicisti, professionisti mondiali, per non parlare delle canzoni e degli inni che esaltano il sentimento nazionalistico nati tra i militari, nelle trincee, tra gli alpini (canti che esaltano la guerra , canti di evasione , di attesa , di marcia, canti di rabbia, protesta) fino ai canti partigiani, mescolanze tra tradizioni contadine, popolaresche e urbane. Con il Festival di Sanremo, con fama internazionale, e tanti altri (Festivalbar, Zecchino d’Oro, Castrocaro…) la storia della canzone si arricchisce di anno in anno scoprendo nuovi talenti, nuovi generi musicali e continuando a dare prestigio alla nostra Italia in tutto il mondo.
Stefania Spaziani
Stefania, che ne pensi dei talent show contemporanei?
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divertenti ma poco spontanei,,,tu?
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Mi sembrano show per i giudici.
Ci sono persone davvero brave che cantano e ballano come professionisti. Sarà vero che sono dilettanti?
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infatti…
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