Piccolo Eden

oppure “… stare con le mani in mano… mettete questo incipit nelle vostre composizioni poetiche, acrostico, racconto.

“..stare con le mani in mano ..” non mi si addice ..orsù ditemi cosa posso fare per aiutarvi ” disse la fanciulla al padrone di casa dove soggiornava per la sua vacanza. “No, cara giovinetta, siete mia ospite e non sia mai che vi dedichiate ad altra cosa che non sia il riposo e il divertimento” le rispose lui sorridendole. Fu così che la donzella decise di uscire con il suo ombrellino e il bel vestito per visitare quel luogo che tanto aveva agognato …Gironzolando per le vie della città osservò dei bambinetti in un parco verdeggiante che, tenendosi stretti per mano in cerchio, cantavano, girando, un’allegra canzone e ridevano a crepapelle. Più in giù una coppia era seduta ad un tavolino di un bistrot e, sorseggiando una bevanda fresca , si guardava teneramente negli occhi chiacchierando a bassa voce con complicità. Vide poi, davanti a lei, un piccolo ponte dove delle chiatte stanche galleggiavano pigramente lungo il fiume calmo e piatto e turisti curiosi guardavano affacciati ai parapetti le bellezze della cittadina. Continuando, si trovò davanti una torre altissima di pietre grosse e scure che si ergeva imponente verso il cielo, era talmente elevata che le bandiere poste in cima sembravano piccole farfalle aleggianti tra le nuvole. Proseguì fino a giungere ad un piccolo cancello in ferro battuto, aprendolo, si trovò davanti ad uno spettacolo mozzafiato: un meraviglioso giardino che pareva un dipinto, al centro un laghetto in cui cigni, aironi e anatre nuotavano insieme a pesci colorati, allegramente bagnati da una getto d’acqua che fuoriusciva da una fontana posta nel mezzo. Fiori profumati e variopinti ondeggiavano, mossi da una lieve brezza, nella distesa erbosa verde e folta che tappezzava tutto questo paradiso. Panchine di legno e ceramica bianca si alternavano a dondoli che accoglievano signore e bambini che si godevano il sole chiacchierando o leggendo. Una musica leggera aleggiava nell’aria rendendo il luogo un Eden senza tempo …..segue

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Dipinto magico

Prendete l’incipit oppure lo spunto da questa frase ” …Disegnerò nel cielo quello che non vedi “, tratto dalla canzone Guaranà canta di Elodie

Il mio pennello magico

volteggia nel cielo e,

tra le nubi morbide di panna montata,

disegna il mio cuore innamorato

pulsante di gioia e carezze

e ancora il mio caldo e grande abbraccio

che ci avvolge tutti in un nido accogliente

e poi un rifugio sicuro

che ci protegge dalle paure e dagli incubi

e anche un grande sorriso rassicurante

che ci culla facendoci addormentare tranquilli.

Un profumo lieve di vaniglia circonda questo quadro

che piano piano prende forma

con i colori tenui e sfumati

e che svanisce lentamente sopra i nasi alzati in aria

fiduciosi di rivedere presto un nuovo dipinto reale!

Tu però forse non lo vedi…

Stefania Spaziani

Gaia e Shaila (capitolo 6°)

Gaia prese dolcemente per mano Sweyn e lo portò in una bellissima radura che finiva a picco sul mare. L’erba era bassa e rasata, una lieve brezzolina marina cullava una miriade di fiori di campo, piccoli, allegri e colorati. Il profumo del finocchio selvatico aleggiava nell’aria…con un dito sul suo naso la ragazza gli fece capire di stare perfettamente in silenzio. Rimasero così senza fiatare ascoltando i loro cuori palpitare per un tempo incalcolabile, persi nei loro pensieri, con i loro corpi ritemprati dall’energia che quel luogo incantato emanava. Il ragazzo pensando di essere completamente da soli, sussultò quando vide una leggera nebbiolina colorata avvicinarsi verso di loro, avvolgendoli, un odore delicato ma intenso lo inebriò quasi appannandogli la vista…un bagliore intenso lo fece riavere ma teneva appena aperti gli occhi tanta era la luce che scaturiva tutt’intorno a forma di stella. A poco a poco, abituandosi al chiarore, riuscì a intravvedere la forma di una donna esile e leggiadra, quasi evanescente. Il suo viso, etereo, era incorniciato da ciocche di capelli sottili, quasi bianchi adornati con piume colorate di uccelli. La sua veste, quasi trasparente, copriva morbidamente il suo corpo flessuoso. Sorrise senza toccare terra. “Lei è la fata dell’aria, aiuta i navigatori in difficoltà, protegge tutti gli animali volanti, è mutevole come le condizioni atmosferiche che crea, turbolente come i venti con cui si sposta, protegge i bambini. E’ molto timida, intelligente ed individualista. Abita i cespugli di timo e di rose bianche, ama cantare melodie dolci ed ammalianti. Può essere dolcissima ed amabile ma se si arrabbia crea uragani, vortici, mulinelli pericolosissimi. Si chiama Shaila.” Lui le sorrise giovialmente e la fata ricambiò volandogli intorno e sparendo in un attimo come era comparsa.

Stefania Spaziani

Dardeggio arcaico

Inserisci le seguenti 5 parole: bislacco, trasecolare, pleonastico, orpello, avvezzo.

“Non sono avvezzo a veder queste vetuste vie senza veruno che passeggia” disse tra sè e sè il bislacco signore che vagava per la città completamente vuota. Il segaligno vide  all’orizzonte arrivare una fanciulla che lo fece trasecolare. Essa era sola soletta e la sua beltà faceva risplendere ogni angolo ove passava. La sua veste morbida e setosa era adorna con un orpello a dir poco pletorico ma che tuttavia non strideva con l’insieme. Eccolo quindi che, avvicinandosi meditabondo, le girondolò intorno, cominciando a favellare in maniera astrusa ma facondia stordendola con un discorso talmente pleonastico da sembrare artefatto… Come finì?…

Stefania Spaziani

Gaia la guerriera

Nel mar Britannico, dove le acque profonde erano di un colore blu intenso, quasi nero, in una misteriosa Isola chiamata Sena, sempre avvolta da una nebbia perenne, viveva, con altre 8 sacerdotesse, Gaia, ” Bandrui”, ovvero la donna-druido. Al polso indossava un gioiello d’argento, un bracciale rigido chiamato “torque”, massiccio, possente che finiva, senza chiudersi totalmente, su entrambi i lati, con due teste di lupo intarsiate . Esso era il segno di potere, simbolo di saggezza e di magia che la contraddistingueva dalle altre. I suoi capelli erano ricci e vaporosi , scuri e lucenti , divisi sul capo in tre trecce che si univano in un’unica ciocca sulla nuca, lasciando la restante chioma lunga, sciolta, libera al vento. La sua pelle liscia e vellutata aveva un colore ambrato e profumava di spezie. I suoi occhi neri e profondi erano incorniciati da sopracciglia scure e folte, mentre le sue ciglia tenebrose e lunghe ombreggiavano il suo viso delicato ma fermo. I suoi denti bianchi e forti sembravano perle perfette contornate da labbra carnose e rosse scarlatto. Il suo corpo atletico e muscoloso era rivestito da una tunica corta di colore rosso porpora, fermata da una cintura dorata che le cingeva i fianchi stretti e tondeggianti. Calzava sandali aperti e di color oro e un mantello che le copriva parzialmente le spalle cadendo morbidamente a terra. Al lato destro una spada lucente con un’elsa dorata e massiccia risplendeva ai raggi del sole. Gaia era una donna bella, maestosa, senza paura, profetessa e veggente, saggia , aveva poteri di guaritrice sapendo dosare bene le erbe che trovava nella sua Isola. Parlava con gli animali, sapeva interpretare le stelle, incantava le rocce e gli alberi. Era una bravissima guerriera, coraggiosa, intrepida . Essa, con la sua magia, riusciva a calmare i mari in tempesta e i venti, capiva i pensieri delle persone e dominava lo spazio e il tempo. Segue…

Dedicato al 17esimo compleanno di Gaia.

Stefania Spaziani

Partitona

By me 29/12/2019
By me 29/12/2019

Mentre facevo la mia camminata mattutina nei dintorni di casa mia, mi sono imbattuta in polli e galline che felicemente mangiavano passeggiando in un campo di calcio….ecco che mi sono immaginata due squadre di galline con due galli come capitani che facevano una bella partita di calcetto. Il pallone, un uovo, rotolava calciato dalle zampe gialle e arancioni da una porta all’altra , mentre le galline-portieri paravano con maestria i lanci fuorvianti delle galline-attaccanti, starnazzanti ogni volta che non centravano la porta. Ad un certo punto una gallina-difensore fa un fallo ad un’altra gallina-attaccante che cade con le zampe in aria coccodeando e agitandosi per rimettersi in piedi. Ecco che piume e beccate partono creando un bel pollaio dove anche l’arbitro- tacchino viene coinvolto nella rissa. La partita viene annullata con molti giocatori feriti e zoppicanti che tornano alle proprie dimore tristi e scornati ….Ti piace ?