
Stretta in catene di acciaio che mi stringono il corpo fino a farmi sanguinare, che mi tolgono il fiato senza permettermi nessun tipo di movimento
solo gli occhi rivolti verso uno squarcio di cielo azzurro velato ,
il sole, pallido e impavido , si fa largo con i suoi raggi taglienti tra le nubi spesse e scure come spade affilate che combattono contro l’oscurità
I polsi, lividi e urlanti dal dolore della morsa, cercano la libertà librandosi nell’aria fresca mattutina
Le gocce di rugiada turgide e gradevoli danno sollievo alle mie labbra aride, mescolandosi con le lacrime amare e saline che rigano le mie guance pallide e scavate dalla sofferenza
Il cuore, straziato dai soprusi della non chiarezza e dall’arbitrio illusorio che rende tutti impotenti ,continua a combattere per aprirsi alla verità , indipendenza e attendibilità di un futuro che intravvedo.
Stefania Spaziani
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