
Gaia prese dolcemente per mano Sweyn e lo portò in una bellissima radura che finiva a picco sul mare. L’erba era bassa e rasata, una lieve brezzolina marina cullava una miriade di fiori di campo, piccoli, allegri e colorati. Il profumo del finocchio selvatico aleggiava nell’aria…con un dito sul suo naso la ragazza gli fece capire di stare perfettamente in silenzio. Rimasero così senza fiatare ascoltando i loro cuori palpitare per un tempo incalcolabile, persi nei loro pensieri, con i loro corpi ritemprati dall’energia che quel luogo incantato emanava. Il ragazzo pensando di essere completamente da soli, sussultò quando vide una leggera nebbiolina colorata avvicinarsi verso di loro, avvolgendoli, un odore delicato ma intenso lo inebriò quasi appannandogli la vista…un bagliore intenso lo fece riavere ma teneva appena aperti gli occhi tanta era la luce che scaturiva tutt’intorno a forma di stella. A poco a poco, abituandosi al chiarore, riuscì a intravvedere la forma di una donna esile e leggiadra, quasi evanescente. Il suo viso, etereo, era incorniciato da ciocche di capelli sottili, quasi bianchi adornati con piume colorate di uccelli. La sua veste, quasi trasparente, copriva morbidamente il suo corpo flessuoso. Sorrise senza toccare terra. “Lei è la fata dell’aria, aiuta i navigatori in difficoltà, protegge tutti gli animali volanti, è mutevole come le condizioni atmosferiche che crea, turbolente come i venti con cui si sposta, protegge i bambini. E’ molto timida, intelligente ed individualista. Abita i cespugli di timo e di rose bianche, ama cantare melodie dolci ed ammalianti. Può essere dolcissima ed amabile ma se si arrabbia crea uragani, vortici, mulinelli pericolosissimi. Si chiama Shaila.” Lui le sorrise giovialmente e la fata ricambiò volandogli intorno e sparendo in un attimo come era comparsa.
Stefania Spaziani
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