Per dare lustro e speranza a tutti noi per questo nuovo anno…la bellezza della natura ci deve insegnare ad aprire il nostro cuore e la nostra anima alle piccole grandi cose che l’universo ci mostra ogni giorno. Impariamo a vederle, rispettarle e goderle davvero, in profondità. Con affetto
Gaia prese dolcemente per mano Sweyn e lo portò in una bellissima radura che finiva a picco sul mare. L’erba era bassa e rasata, una lieve brezzolina marina cullava una miriade di fiori di campo, piccoli, allegri e colorati. Il profumo del finocchio selvatico aleggiava nell’aria…con un dito sul suo naso la ragazza gli fece capire di stare perfettamente in silenzio. Rimasero così senza fiatare ascoltando i loro cuori palpitare per un tempo incalcolabile, persi nei loro pensieri, con i loro corpi ritemprati dall’energia che quel luogo incantato emanava. Il ragazzo pensando di essere completamente da soli, sussultò quando vide una leggera nebbiolina colorata avvicinarsi verso di loro, avvolgendoli, un odore delicato ma intenso lo inebriò quasi appannandogli la vista…un bagliore intenso lo fece riavere ma teneva appena aperti gli occhi tanta era la luce che scaturiva tutt’intorno a forma di stella. A poco a poco, abituandosi al chiarore, riuscì a intravvedere la forma di una donna esile e leggiadra, quasi evanescente. Il suo viso, etereo, era incorniciato da ciocche di capelli sottili, quasi bianchi adornati con piume colorate di uccelli. La sua veste, quasi trasparente, copriva morbidamente il suo corpo flessuoso. Sorrise senza toccare terra. “Lei è la fata dell’aria, aiuta i navigatori in difficoltà, protegge tutti gli animali volanti, è mutevole come le condizioni atmosferiche che crea, turbolente come i venti con cui si sposta, protegge i bambini. E’ molto timida, intelligente ed individualista. Abita i cespugli di timo e di rose bianche, ama cantare melodie dolci ed ammalianti. Può essere dolcissima ed amabile ma se si arrabbia crea uragani, vortici, mulinelli pericolosissimi. Si chiama Shaila.” Lui le sorrise giovialmente e la fata ricambiò volandogli intorno e sparendo in un attimo come era comparsa.
L’amore tra Gaia e Sweyn cresceva di giorno in giorno. Avevano molte cose in comune: senso di libertà, forza fisica e intellettiva, idee chiare, determinazione e sincerità .Vivere nell’isola aiutava i due giovani ad unirsi sempre di più, infatti era di una bellezza magica, c’era abbondanza di bacche, di animali, frutta, grano, la terra era fertile e incantata. “Ti voglio presentare i miei amici del bosco” disse Gaia al ragazzo portandolo verso un cespuglio rigoglioso di biancospino. Spostando qualche ramo , porgendo il palmo della sua mano, timidamente, un piccolo essere buffo e un po’ goffo vi salì sopra, era vestito con un cappello a sonagli formato da una campanula rovesciata, le sue scarpe erano di cristallo a punta e il suo abito era di colore scarlatto : “è il folletto della foresta, piccolo, irrequieto, dispettoso, agilissimo. Lui vive tra gli alberi, ma molti altri li trovi nell’aria, nell’acqua, alcuni amano la danza altri il canto. Se li tratti con rispetto sono benevoli e ti aiutano. Non hanno l’ombra, possono svanire in un attimo, non lasciano impronte…” disse la ragazza. Sweyn era affascinato, essendo la prima volta che ne conosceva uno: “avevo sentito parlare di queste creature misteriose ma non le avevo mail incontrate!! Ciao” disse lui “come ti chiami? Io sono Sweyn!” . Il folletto prima si nascose dietro le dita della mano di Gaia , poi ricomparve un po’ vergognoso, parlando in una strana ed incomprensibile lingua , sparendo velocemente di nuovo. “Si chiama Faunet e gli ha fatto tanto piacere conoscerti. Lui ama cavalcare le rane, fa le trecce alle criniere dei cavalli e controlla che tutti gli animaletti del bosco stiano bene” disse lei …”ma capisci come parla?….” “certo…sono nata in questa terra che proteggo e amo con tutta me stessa, conosco tutti gli angolini, tutte le pietre, gli scogli, gli animali, i fiori e le piante che la popolano. Parlo con loro, conosco i segreti, li aiuto e loro aiutano me. Ma seguimi che ti faccio vedere un’altra creatura…”
Hati era stato sconfitto, smaterializzato e riportato da dove era venuto ovvero gli Inferi. A questo punto l’impresa di Sweyn era terminata ma il giovane decise di rimanere ancora qualche tempo nell’isola di Gaia. E lei ne fu davvero felice. Furono giorni intensi , vivendo in pieno l’isola e le sue bellezze. Un giorno la ragazza decise di portarlo dall’altra parte dell’oasi cavalcando due bellissimi destrieri: i loro velli erano corti, spessi e lucenti, la criniera folta e lunga era mossa dal vento, i loro corpi forti e armoniosi scalpitavano e il sole li faceva risplendere. Quello nero, bello e aitante, andò verso Gaia nitrento e salutandola con dolci colpetti al braccio, lei lo accarezzò affettuosamente sul muso, l’altro bianco e candido, andò direttamente verso il ragazzo come se lo avesse sempre conosciuto. Cavalcarono a pelo, liberi , con il vento che scompigliava i capelli e le criniere, il profumo di fiori nell’aria, il sole alto nel cielo. I loro sguardi sorridenti si incrociavano ogni tanto per distogliersi quasi immediatamente per nascondere un lieve imbarazzo. Arrivarono ad una radura dove vi era un tronco di albero cavo che somigliava ad una panchina. Si sedettero, intorno l’erba rasa e verde era macchiata da fiori gialli e rossi, il cinguettio degli uccellini era accompagnato dal fruscio delle foglie dondolate da una lieve brezza, il profumo del mare avvolgeva i due giovani. I loro occhi s’incontrarono . Gaia non aveva mai provato nulla del genere: il suo corpo pulsava, il battito del suo cuore aumentava incontrollabilmente, non riusciva più ad avere il controllo su di sè. Era come se il corpo fosse staccato dalla sua mente, i pensieri erano un turbinio di sensazioni, il caldo si alternava a brividi di freddo, mentre un rossore saliva sulle sue guance. La mano di Sweyn, forte e calda, le sfiorò la pelle ambrata del viso, Gaia lo lasciò fare, socchiudendo gli occhi scuri per assaporare il momento e, tra le ciglia folte e nere, vide le labbra di lui avvicinarsi alla sua bocca mentre la mano le accarezzava i capelli ricci e morbidi. Fu un lampo, una scossa quando le loro labbra si sfiorarono: il fiato si fermò insieme al tempo, lo spazio si annullò, c’erano solo loro due, i loro corpi abbracciati, la loro passione che nasceva avvolgendoli. I suoni erano attenuati, si percepivano solo il battito dei loro cuori e il loro calore che si fondeva in un unico essere.
Gaia gli chiese come mai fosse capitato lì. Sweyn ,con aria sofferente, le disse che stava cercando di catturare Hati, il lupo che ogni notte inseguiva la luna, mandato da Loki, dio dell’inganno e dell’astuzia, per distruggere il suo popolo:” devo cercare di rispedirlo indietro prima che faccia ulteriori danni e non so come fare” disse . Gaia gli suggerì di riposare per recuperare le forze e gli promise che lo avrebbe aiutato nell’impresa. Il ragazzo si riprese in pochi giorni e s’incontrò con la giovane donna che gli spiegò il piano:” questo lupo può essere sconfitto con un’erba che si trova proprio nella mia isola ma che, per avere effetto, deve essere colta in una notte di plenilunio. Fra qualche giorno , secondo i miei calcoli, sarà il momento giusto. Dobbiamo solo aspettare” “Bene” disse Sweyn, guardando intensamente Gaia e aggiunse: “nel frattempo cerchiamo di capire dove si è nascosto il mostro”. Lei gli sorrise sbattendo le ciglia folte in maniera seduttiva e lo invitò a seguirla per perlustrare l’isola: il guerriero rimase stupito per la bellezza selvaggia delle foreste che la ricoprivano, composte da alti alberi con chiome folte e verdeggianti, un vento lieve le smuoveva cullando i numerosi uccellini colorati e canterini che le abitavano. Nel sottobosco profumato di muschi e licheni, scoiattoli , lontre, conigli , ermellini , ricci e tantissimi altri animaletti si fermavano a guardarli incuriositi. La luce solare filtrava attraverso i rami scuri rendendo l’atmosfera magica. Giunsero ad un dirupo completamente privo di vegetazione, di un colore bianco accecante, il profumo del finocchio selvatico inebriava l’aria , le onde marine riecheggiavano in lontananza ma ben visibili da quell’altezza. Percorsero uno stretto sentiero, sterrato, scosceso che si snodava lungo la costa rocciosa per un paio di chilometri per arrivare ad una spettacolare piccola baia riparata da venti, dalle maree, da occhi indiscreti, un piccolo paradiso incorniciato da imponenti rocce i cui colori rosa, grigio, bianco conferivano all’acqua salata le sfumature dell’arcobaleno. L’acqua calma emanava il profumo della salsedine e del sole, mentre i delfini giocavano con altri pesci , saltando ed emettendo fischi sonori ..paesaggio incantato. Fecero il bagno, accarezzati da dolci onde che cullavano le loro pelli dorate dal sole. Si ritrovarono sulla sabbia bianca ad asciugarsi , ridendo e scherzando e mentre lui si avvicinava per darle un bacio, fu interrotto da un basso e cupo brontolio. I due balzarono in piedi brandendo le armi, i cuori che battevano all’impazzata, gli occhi che cercavano di scrutare la belva. Hati spuntò in cima al sentiero, i guerrieri scattarono in una corsa forsennata per raggiungerlo , la belva ansimava inseguita dai due ragazzi che gli si avvicinavano sempre di più. Gaia fece un cenno a Sweyn , si separarono, circondando Hari da due lati , continuando a rincorrerlo per spingerlo verso il loro tranello, un antro scuro, una caverna rocciosa, buia e umida. Ci riuscirono e, non appena fu dentro chiusero l’entrata con un grande masso. Hari cominciò a ululare cercando di liberarsi sbattendo violentemente contro la rupe, ferendosi il dorso ma inutilmente. Gaia aspettò che scendesse la notte, colse l’erba e insieme al vichingo raggiunse Hari. Dopo aver ricoperto di foglie “magiche”l’entrata dell’antro, spostarono il macigno : il lupo schizzò fuori pronto ad attaccarli ma , non appena posò le zampe sul tappeto erboso, cominciò a contorcersi svanendo poco dopo in una nuvola densa odorante di zolfo.
Il cielo era grigio e denso, squarciato da nubi corpose e bianche alternate a minacciose nuvole livide e nere che oscuravano completamente il sole. Prometteva tempesta. Il vento turbinava, cattivo e spietato, alzando polvere, foglie, rami e tutto quello che gli capitava sul suo cammino. Gaia, in piedi sulla scogliera, aveva i capelli accarezzati dalle folate, attenuate dal suo sussurro che calmava la rabbia dell’aria…Guardava all’orizzonte scrutando il mare increspato infrangersi con dolore sulle rocce della sua isola. Sapeva che qualcosa stava per capitare, lo percepiva intorno a sè..ma non era ancora riuscita a capire cosa….Fu allora che vide avvicinarsi una piccola imbarcazione in balia delle onde, la vela strappata, con un solo uomo a bordo che, con grande maestria, riuscì a giungere alla riva mettendo in salvo la barca e se stesso. Gaia scese verso la spiaggia e, senza farsi vedere, osservò il malcapitato dietro foglie e rami del bosco ubicato proprio dietro alla battigia: era sdraiato, senza forze, sulla schiena forte e muscolosa. I suoi capelli chiari erano avvolti in una crocchia folta posta sulla sua nuca. I suoi occhi socchiusi erano chiari e protetti da ciglia lunghe e quasi bianche. Una barba lieve e incolta gli incorniciava la bocca carnosa con le labbra disidratate dal sole e dal sale. Il corpo, atletico e giovane, aveva vesti strappate che lasciavano intravvedere prestanza e vigore. Gaia si avvicinò all’uomo che, spalancando gli occhi la guardò intensamente cercando di parlare ma, per la debolezza, svenne. Si ritrovò in un giaciglio accogliente , con il fuoco acceso , le ferite medicate e una druida che lo idratava con un sidro amaro ma molto efficace. Poco dopo entrò la donna che lo aveva salvato, bella, sicura, forte che gli chiese:”Chi sei?” “Mi chiamo Sweyn, sono il figlio del re Bjorn. Sono un guerriero vichingo. ” Segue….
Brava Gaia!!! Hai finito i tuoi tre anni di Scuole Secondarie di primo grado (le mie vecchie scuole medie) e le hai concluse in bellezza…sono fiera di te, di come sei cresciuta, maturata, di come sei determinata, sensibile ed aperta. Ho visto un grande e positivo cambiamento in te, sento le tue sofferenze, le tue gioie, ascolto i tuoi sogni, ti sono accanto nei tuoi momenti bui e in quelli luminosi…che dirti se non …grazie di come sei ? Grazie per quello che fai!! Piccola donna matura nella tua logica spiazzante!! Segui le tue aspirazioni con i piedi per terra e il cuore in mano…
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