
Altra regione: Veneto
Venezia, la Serenissima, città magica, unica, nostalgica. Città “galleggiante”, dove non esistono automobili ma gondole, dove le piazze sono sostituite dai campi, le vie e le strade dalle calli, i viali dalle salizade. Luogo surreale tra merletti, vetri e maschere, tra ponti (417, con nomi famosi quale quello Di Rialto e dei Sospiri e meno rinomati come delle tette che delimitava la zona rossa e dei Pugni dove si sfidavano due gruppi veneziani), giardini sconosciuti e inaccessibili (più di 500) e isole (124), è luogo di nascita di moltissimi personaggi famosi quali Elena Lucrezia Cornaro, prima donna laureata nel mondo, Tiepolo, Hayez, Canaletto, Tintoretto, Marco Polo, Carlo Goldoni, Vivaldi, Casanova, Paolo Sarpi…Altra curiosità sono i cosiddetti “fantasmi” che aleggiano errando tra i canali e nelle ville della città, come lo spirito di Luzzo, pittore innamorato e non corrisposto di Cecilia, amante di Giorgione che vagabonda nel Palazzo Contarini dal Zaffo. O l’Isola di Poveglia famosa per gli spiriti dei pazienti dell’ospedale psichiatrico o la Ca’ Dario, palazzo stregato e di cattiva sorte per chi vi risiedeva.
Stefania Spaziani
Se doveste chiedere dove si trova, ad esempio, la piazza San Bartolomeo a Venezia, tutto quello che otterreste, probabilmente, sarebbero sguardi persi nel vuoto e domande di rimando. Non perché i Veneziani siano poco cortesi o disposti ad aiutarvi, ma perché a Venezia non esistono piazze al di fuori di Piazza San Marco.
Piccola curiosità: la calle più stretta di Venezia è “calle Varisco” che misura solo 53 cm di Quanti ponti conta Venezia? Ben quattrocentodiciassette!
Oltre al Ponte di Rialto e al Ponte dei Sospiri che collega il Palazzo Ducale alle prigioni, vi sono altri ponti dai nomi inusuali e degni di nota.
Ponte delle tette segnava la zona d’accesso al quartiere “ a luci rosse” di Venezia.
Ponte dei Pugni pare, invece, fosse il luogo preferito per le disfide tra due gruppi veneziani, Castellotti e Nicolotti.Venezia è una città un po’ bizzarra perché sorge su isole, ben centoventiquattro isole collegate da ponti.
Un tempo i ponti erano in numero ben inferiore e l’unico mezzo di trasporto, quindi, soprattutto per i più ricchi erano le gondole.
Esistono dei lavori che, ahimé o per fortuna, sono solo patrimonio di Venezia. Ad esempio, fare il gondoliere in qualche altra località che non siano i canali della Serenissima Repubblica sarebbe davvero difficile (se si esclude Las Vegas, ma direi che è ben diverso farlo lì).
Ma non finisce qui, anzi l’elenco potrebbe continuare a lungo e noi, per il momento, vi citiamo solo alcuni esempi. Le “impiraresse”, ad esempio, erano le donne che “impiravano” ovvero infilavano le sfere di vetro colorato di varie dimensioni e fattura in lunghe file per farne collane, bracciali e altro. Attività quasi interamente scomparsa, oggi a Venezia vi sono ancora alcune “impiraresse”.
Che dire, poi, degli “squeraroli” ovvero i “maestri d’ascia” che erano a capo delle squadre di carpentieri responsabili della flotta di Venezia, quando questa era una potenza marittima con territori ovunque nel Mediterraneo. Il termine “squerarolo” deriva da “squero” ovvero il “laboratorio” in cui si lavorava alle imbarcazioni. Oggi ne sono rimasti davvero pochi, sia di “squeri” che di “squeraroli”.Nello specifico, uno dei merletti lavorati a mano più rinomati al mondo è quello di Burano, mentre la lavorazione del vetro è prerogativa di Murano. Oggi, puoi visitare entrambe le isole. Nel corso dei secoli, questi splendidi prodotti artigianali hanno viaggiato in giro per il mondo, fino ad arrivare nelle mani di alcuni sovrani (incluso Enrico VIII) e persino papi!
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