oppure “… sproloquio, smargiasso, mellifluo,incessante, girandolare…. mettete queste cinque parole nelle vostre composizioni poetiche, acrostico, racconto.
Un giorno, durante il mio incessante girandolare senza una precisa meta, incontrai un mellifluo smargiasso, borioso millantatore che, con il suo fastidioso sproloquio inconcludente , mi fece decidere di tornare sui miei passi e di non muovermi più se non per una ragione concreta .
Il cielo era grigio e denso, squarciato da nubi corpose e bianche alternate a minacciose nuvole livide e nere che oscuravano completamente il sole. Prometteva tempesta. Il vento turbinava, cattivo e spietato, alzando polvere, foglie, rami e tutto quello che gli capitava sul suo cammino. Gaia, in piedi sulla scogliera, aveva i capelli accarezzati dalle folate, attenuate dal suo sussurro che calmava la rabbia dell’aria…Guardava all’orizzonte scrutando il mare increspato infrangersi con dolore sulle rocce della sua isola. Sapeva che qualcosa stava per capitare, lo percepiva intorno a sè..ma non era ancora riuscita a capire cosa….Fu allora che vide avvicinarsi una piccola imbarcazione in balia delle onde, la vela strappata, con un solo uomo a bordo che, con grande maestria, riuscì a giungere alla riva mettendo in salvo la barca e se stesso. Gaia scese verso la spiaggia e, senza farsi vedere, osservò il malcapitato dietro foglie e rami del bosco ubicato proprio dietro alla battigia: era sdraiato, senza forze, sulla schiena forte e muscolosa. I suoi capelli chiari erano avvolti in una crocchia folta posta sulla sua nuca. I suoi occhi socchiusi erano chiari e protetti da ciglia lunghe e quasi bianche. Una barba lieve e incolta gli incorniciava la bocca carnosa con le labbra disidratate dal sole e dal sale. Il corpo, atletico e giovane, aveva vesti strappate che lasciavano intravvedere prestanza e vigore. Gaia si avvicinò all’uomo che, spalancando gli occhi la guardò intensamente cercando di parlare ma, per la debolezza, svenne. Si ritrovò in un giaciglio accogliente , con il fuoco acceso , le ferite medicate e una druida che lo idratava con un sidro amaro ma molto efficace. Poco dopo entrò la donna che lo aveva salvato, bella, sicura, forte che gli chiese:”Chi sei?” “Mi chiamo Sweyn, sono il figlio del re Bjorn. Sono un guerriero vichingo. ” Segue….
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