Torino, 1° itinerario

Seguendo l’input di Jalesh e del blog “LanostracommediadiJalesh2”, ho deciso di unire l’itinerario italiano “estivo” da me proposto collegandolo a personaggi storico/letterario famosi, nativi dei luoghi scelti. Saranno piccoli estratti condensati per riassumere ed evidenziare le caratteristiche fondamentali sia della località che della celebrità.

Come potrei non iniziare dalla mia regione? Il Piemonte che ha dato le origini, oltre che a me, a personalità come Camillo Benso conte di Cavour, Umberto Eco, Vittorio Alfieri, Cesare Pavese, Fausto Coppi, Rita Levi Montalcini e tantissimi altri.

Torino, conosciuta come città della FIAT, capoluogo piemontese, da un po’ di anni si è trasformata in luogo d’arte e di cultura, nella capitale del cinema e dell’automobile, essa è incorniciata da vette alpine imponenti e da colline verdeggianti . Ha un fascino particolare dovuto al passaggio di imperatori, regni, personaggi potenti che si sono susseguiti in vicoli e strade sobrie e lussuose, tra Palazzi nobili ed alteri (Reale, Madama, Carignano) e Basiliche e altri edifici religiosi imponenti (Basilica di Superga, Gran Madre, Duomo, Consolata, ..). Attraversata dal Po, questa cittadina ospita il Museo Egizio (secondo nel mondo), la Sacra Sindone, la Biblioteca Reale, la Mole Antonelliana, il Teatro Regio e tantissime altre testimonianze storiche del passato. Qui nacque il 10 agosto 1810 Camillo Benso conte di Cavour uomo liberale, progressista che, viaggiando in Francia ed in Inghilterra, fece tesoro delle sue esperienze dedicandosi al progresso intellettuale e morale europeo, dando un contributo etico e politico fondamentale nella storia italiana.

Stefania Spaziani

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Sagra di San Michele

Questo monumento, simbolo del Piemonte, meta di pellegrinaggi da tutto il mondo, costruito tra il 983 e il 987, viene chiamato dai locali Sagra di San Michele ma in realtà si tratta della Sacra di San Michele o più propriamente l’Abbazia di San Michele della Chiusa. Arroccato sul monte Pirchiriano a 40 km da Torino, esso è la fonte di ispirazione per Umberto Eco per il romanzo “il nome della Rosa” .

Ci andavo spesso a visitare la Sagra quando ero piccola , salivo i gradoni freddi di pietra scarna guardando verso l’alto e vedendo la sua struttura austera e severa che piano piano raggiungevo, un po’ intimidita . Giunta alla cima si apriva un panorama stupendo, incommensurabile, la vista si perdeva tanto vasto era il paesaggio che si stendeva dal capoluogo piemontese alla val di Susa, mi mancava il fiato e, così quasi in apnea, mi immaginavo i monaci intenti nelle loro preghiere, nella poca luce e nel freddo delle spesse pareti delle loro celle, sussultando bruscamente quando ritornavo alla realtà . Ci sei mai stato? Ne vale la pena, credimi!!